Cosa ti spinge a creare?
Creo perché è come un bisogno fisico..se non creo, qualcosa dentro di me si inceppa. L’arte è il mio modo di osservare il mondo, di dargli un senso, di restituirgli una forma. Spesso inizio senza sapere dove sto andando. Mi attrae il momento in cui qualcosa di intimo diventa universale. Cerco un ritmo, un’ emozione visiva. Dietro ogni mio lavoro c’è una tensione tra controllo e abbandono e ogni volta è diverso, ogni volta mi sorprendo. È una forma di dialogo silenzioso con me stessa, con ciò che non so dire a parole, e con chi osserva. La creazione è il mio modo di restare in ascolto.
Cosa ti ispira?
L’ ispirazione arriva quando vuole lei. Semplicemente rimango in attesa.. a volte anche per giorni ma poi quando è il momento avviene l’ opera in qualche ora, occasionalmente in giorni e raramente in settimane.
Come dai vita alle tue opere?
Tutto parte da un’intuizione, puro istinto che mi colpisce all’improvviso. Da lì inizio a costruire, spesso senza una direzione precisa. Lascio che il processo sia fluido, mi circondo di colori, pennelli, spatole che pesco durante il processo di creazione. C’è sempre una fase in cui mi perdo, ma è proprio lì che succede qualcosa. È un dialogo continuo tra intenzione e caso, tra istinto e riflessione. Solo quando sento che l’opera “respira”, capisco che è viva.
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